L’Unione stampa filatelica italiana venne fondata a Firenze nel 1966. E quella del 1924? Perché di un’Usfi, evidentemente una diversa, ne scrisse il mensile torinese “Filatelia” nel febbraio di quell’anno. La scoperta è dovuta al consigliere della… attuale Usfi Beniamino Bordoni, impegnato in ricerche sul giornalismo specializzato d’antan.
La rivista, fondata e diretta da un personaggio attivissimo, Giulio Tedeschi, annunciava l’intenzione della Società filatelica pisana di costituire un’Unione fra le società filateliche italiane, il cui acronimo era, appunto, Usfi. Il sodalizio toscano da tempo sosteneva che le diverse società di collezionisti dovessero sì essere autonome ma, al tempo stesso, avrebbero dovuto “essere legate fra loro da una coordinata intesa, da una intima unione che desse loro vantaggi e benefici reali e coordinasse in una sola le singole forze”.
Tra gli obiettivi, favorire gli scambi, ottenere migliori condizioni negli acquisti, far sentire più efficacemente la voce degli appassionati. Insomma, avrebbe dovuto rappresentare “un felice ed utile complemento alla Federazione (sorta nel 1919, nda) che riunendosi soltanto una volta all’anno può solo occuparsi di pochi e vacui argomenti d’interesse generale e non può invece curare gli interessi particolari delle molte associazioni”.
L’Unione venne costituita il 10 ottobre 1925, guidata dal presidente della Società filatelica pisana Giovanni Rafanelli-Salvi, dal segretario del Circolo filatelico piemontese Giulio Ledi, dal vicepresidente dell’Unione filatelica lombarda Enrico Monchicourt. Le aspettative, però, non si concretizzarono e su quell’Usfi presto calò il sipario.
Per gli interessati, nel numero del dicembre 1925 del citato periodico, venne proposto lo statuto.
24 luglio 2021